Autismo: quale legislazione?

in occasione della giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo abbiamo deciso di indagare su quale siano le normative legislative riguardanti l’autismo. Partendo da un discussione che sta avvenendo in questi giorni in Galles per arrivare alla legislazione italiana.

 

Domenica 2 Aprile verrà celebrata la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo e sarà l’ennesima occasione per approfondire questo argomento che, per molti, resta oscuro e, spesso, avvolto in un manto di mistero e ignoranza. Come abbiamo già raccontato in My Autism: storie di autismo, spesso questo disturbo non è stato riconosciuto per quello che era e molto spesso le diagnosi non sono state chiare.

Allo stato dell’arte in realtà è sbagliato parlare di ‘autismo’ infatti la definizione più corretta è ‘Disturbi dello spettro autistico’ come riporta il ‘Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, 5ª revisione, DSM-5’. Questa definizione comprende molte patologie che presentano dei sintomi legati alle difficoltà di comunicazione e dell’interazione sociale e la presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi.

Negli ultimi giorni in Galles, come riporta la BBC, è in atto un dibattito inerente un disegno di legge proposto dal ‘Tory’ (Conservatore, ndr) Paul Davies il quale ha depositato un disegno di legge che prevede di introdurre una strategia per soddisfare le esigenze di bambini e adulti e permettere alle aziende sanitarie di adottare le misure necessarie in modo da ottenere il sostegno di cui le persone affette dal disturbo dello spettro autistico hanno bisogno. In questo dibattito i partiti d’opposizione hanno sostenuto la proposta di un disegno di legge sull’autismo e anche il ministro della salute gallese Rebecca Evans si è mostrata collaborativa infatti ha dichiarato: “I servizi sociali e il ‘Well-being (Wales) Act 2014’ hanno trasformato il modo in cui soddisfare le esigenze di tutte le persone con bisogni assistenziali comprese le persone con autismo tuttavia le porte sono molto aperte per l’introduzione di una legge che garantisca i diritti delle persone affette dal disturbo dello spettro autistico“.

E in Italia esiste una legislazione che tutela i diritti delle persone affette da questo disturbo? La risposta è si. Grazie alla legge n. 134 del 18 agosto 2015 che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza dei trattamenti per l’autismo, l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca nel campo.

Le disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie’, come cita questa legge, prevedono l’aggiornamento triennale delle linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino affetto dal disturbo autistico ma anche all’adolescente e all’adulto. Inoltre si stabilisce l’inserimento dell’autismo nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per garantire uniformità di trattamento nelle varie Regioni. I Lea contengono misure che definiscono servizi sia in ambito d

Domenica 2 Aprile verrà celebrata la giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo e sarà l’ennesima occasione per approfondire questo argomento che, per molti, resta oscuro e, spesso, avvolto in un manto di mistero e ignoranza. Come abbiamo già raccontato in My Autism: storie di autismo, spesso questo disturbo non è stato riconosciuto per quello che era e molto spesso le diagnosi non sono state chiare.

Allo stato dell’arte in realtà è sbagliato parlare di ‘autismo’ infatti la definizione più corretta è ‘Disturbi dello spettro autistico’ come riporta il ‘Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, 5ª revisione, DSM-5’. Questa definizione comprende molte patologie che presentano dei sintomi legati alle difficoltà di comunicazione e dell’interazione sociale e la presenza di interessi ristretti e comportamenti ripetitivi.

Negli ultimi giorni in Galles, come riporta la BBC, è in atto un dibattito inerente un disegno di legge proposto dal ‘Tory’ (Conservatore, ndr) Paul Davies il quale ha depositato un disegno di legge che prevede di introdurre una strategia per soddisfare le esigenze di bambini e adulti e permettere alle aziende sanitarie di adottare le misure necessarie in modo da ottenere il sostegno di cui le persone affette dal disturbo dello spettro autistico hanno bisogno. In questo dibattito i partiti d’opposizione hanno sostenuto la proposta di un disegno di legge sull’autismo e anche il ministro della salute gallese Rebecca Evans si è mostrata collaborativa infatti ha dichiarato: “I servizi sociali e il ‘Well-being (Wales) Act 2014’ hanno trasformato il modo in cui soddisfare le esigenze di tutte le persone con bisogni assistenziali comprese le persone con autismo tuttavia le porte sono molto aperte per l’introduzione di una legge che garantisca i diritti delle persone affette dal disturbo dello spettro autistico“.

E in Italia esiste una legislazione che tutela i diritti delle persone affette da questo disturbo? La risposta è si. Grazie alla legge n. 134 del 18 agosto 2015 che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza dei trattamenti per l’autismo, l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca nel campo.

Le disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie’, come cita questa legge, prevedono l’aggiornamento triennale delle linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino affetto dal disturbo autistico ma anche all’adolescente e all’adulto. Inoltre si stabilisce l’inserimento dell’autismo nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) per garantire uniformità di trattamento nelle varie Regioni. I Lea contengono misure che definiscono servizi sia in ambito domiciliare che ambulatoriale, l’individuazione precoce del disturbo, un programma terapeutico riabilitativo personalizzato, un training della famiglia, fino alla collaborazione con le scuole. Infine il nuovo provvedimento impegna il ministero della Salute a promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale.

 

omiciliare che ambulatoriale, l’individuazione precoce del disturbo, un programma terapeutico riabilitativo personalizzato, un training della famiglia, fino alla collaborazione con le scuole. Infine il nuovo provvedimento impegna il ministero della Salute a promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale.