Nasce Neuralink, l'ultima idea di Elon Musk per connettere cervello e computer

Il Wall Street Journal ha riportato la fondazione in California di questa nuova azienda di Elon Musk. Dopo Tesla e SpaceX infatti l’imprenditore sudafricano ha deciso di ‘invadere’ il metrcato delle connessioni cerebrali.

 

connessioni cerebrali.

Costruire un veicolo elettrico per il mercato di massa e colonizzare Marte non sono progetti abbastanza ambiziosi per Elon Musk. L’imprenditore miliardario adesso vorrebbe anche ‘fondere‘ il cervello umano con i computer per aiutare le persone a tenere il passo con le macchine.

Il fondatore e amministratore delegato di Tesla Inc.e Space Exploration Technologies corp. ha infatti lanciato un’altra società denominata Neuralink Corp. Questa azienda segue quello che Musk chiama “neural lace technology” ovvero quella tecnologia che prevede l’impianto di piccoli elettrodi cerebrali che potrebbero un giorno ‘caricare’ e ‘scaricare’ i pensieri.

Elon Musk ha assunto un ruolo attivo nella costituzione di questa società con sede in California e, secondo il Wall Street Journal, potrebbe anche assumere un ruolo di leadership tuttavia, per il momento, non risponde alle richieste di commenti da parte dei giornalisti.

Nonostante questo Max Hodak ha confermato l’esistenza della società e il coinvolgimento di Elon Musk. Inoltre ha descritto l’azienda come ‘embrionale’ ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli.

Elon Musk è in parte business man, in parte futurista e divide il suo tempo tra Tesla e Space X. Inoltre sta seguendo lo sviluppo di un treno ad altissima velocità chiamato Hyperloop. Adesso ha anche trovato il tempo per sviluppare una società di neuroscienze che prevede lo sviluppo di computer cranici che dovrebbero trattare alcune malattie del cervello e, in seguito, aiutare l’umanità a evitare l’assoggettamento per mano di macchine intelligenti. La soluzione proposta dal ricco magnate prevede l’impianto di una interfaccia corticale diretta ovvero uno strato di ‘intelligenza artificiale’ all’interno del cervello che potrebbe permettere agli essere umani di raggiungere alti livelli di attività.

Sempre secondo il Wall Street Journal, nelle ultime settimane, Neuralink avrebbe assunto alcuni tra gli accademici leader nel settore come Vanessa Tolosa, ingegnere presso il Lawrence Livermore National Laboratory ed esperta di elettrodi, Philip Sabes professore presso l’Università della California a San Francisco ed esperto nel controllo dei movimenti e Timothy Gardner, professore della Boston University, noto per aver impiantato minuscoli elettrodi nel cervello dei fringuelli per studiarne il canto.

Il Wall Street Journal ha contattato questi esperti per ottenere un commento tuttavia solo Gardner ha confermato il suo lavoro per Neuralink ma si è rifiutato di approfondire i progetti di cui si sta occupando mentre Sabes e Tolosa si sono rifiutati di rilasciare commenti.  Non è chiaro quali prodotti potrebbe creare Neuralink tuttavia sembra che il progetto dovrebbe ricalcare una strategia simile a quella utilizzata per Tesla e SpaceX. Alcune persone vicine all’azienda hanno dichiarato al Wall Street Journal che i primi prodotti potrebbero essere impianti per il trattamento di disturbi cerebrali gravi come l’epilessia e la depressione. Questi impianti potrebbero essere disegnati su semplici elettrodi già utilizzati per il trattamento di alcuni disturbi del cervello come il morbo di Parkinson. Se Neuralink riuscirà a provare la sicurezza e l’efficacia di questa tecnologia potrebbe ricevere l’approvazione del governo americano e quindi potrebbe passare a testare questi sistemi con interventi chirurgici veri e propri.

Musk tuttavia non è il solo a perseguire l’idea infatti anche Bryan Johnson, fondatore della società per pagamenti online Briantree, prevede di finanziare una startup chiamata Kernel che segue un progetto simile a quello della Neuralink. Johnson ha dichiarato di aver parlato con Musk e di aver condiviso con lui gli obiettivi di entrambe le società che prevedono la creazione di nuove interfacce neurali per combattere alcune malattie cerebrali e per ‘espandere il potenziale umano’. In una recente intervista a Vanity Fair Elon Musk ha dichiarato che, a suo avviso, un’interfaccia neurale in grado di ottenere buoni risultati potrebbe essere prevista entro i prossimi cinque anni.

 Articolo di Rolfe Winkler, tradotto e commentato da Gianluca Pedemonte