Rivoluzione robotica nel settore dell’assistenza sanitaria: articolo della BBC

Nel Regno Unito è prevista una rivoluzione sanitaria dopo che l’Edinburgh Centre for Robotics (ECR) ha ricevuto nuovi finanziamenti. In questo interessante articolo tradotto da Scuola di robotica vengono elencati alcuni dei risultati ottenuti.

 

I ricercatori di Edimburgo stanno usando l’intelligenza artificiale per creare dei robot che apprenderanno dall’ambiente, tra di loro e dalle nostre abitudini. L’ECR è un’iniziativa congiunta tra la Heriot-Watt University e l’Università di Edimburgo. Il nuovo ‘Robotarium’ aprirà entro la fine dell’anno grazie a 8 milioni di sterline di sostegno ricevute dal Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) del Regno Unito. Attualmente l’EPSRC sta finanziando la creazione di quattro nuovi robot che utilizzeranno l’intelligenza artificiale per trasformare l’assistenza sanitaria e gli interventi d’emergenza.

Il Professor Oliver Lemon del dipartimento di informatica della Heriot-Watt dice che “stiamo facendo dei grandi passi in avanti in questo settore”. “Di recente sono stati fatti dei grandi passi in avanti, soprattutto nel campo delle intelligenze artificiali, del computer vision e nell’elaborazione del linguaggio umano” racconta Lemon. “Questo ha a che fare con nuovi metodi di apprendimento automatico che sono stati sviluppati poco tempo fa. Siamo ad un punto dove questi metodi di apprendimento automatico possono essere integrati con le piattaforme robot.”

Anche se Pepper è una macchina è difficile non pensare a lei come ad una femmina. Infatti il robot umanoide, alto circa un metro ha occhi molto grandi su una faccia progettata per rivolgersi agli esseri umani e i fianchi di un ballerino. Può anche ballare infatti ma questa non è la sua funzione primaria. Pepper è stato progettato, grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea, per essere un robot socialmente utile. A breve verrà distribuito in Finlandia per essere impiegato all’interno di un centro commerciale dove aiuterà le personee loro aiuteranno lui. Infatti Pepper continuerà ad apprendere anche dopo che la programmazione ‘formale’ sarà conclusa.

L’ERC sta sviluppando un robot in grado di pensare a se stesso e imparare. Questa sarà la nuova frontiera dell’interazione tra umani e robot e che non comprenderà solo l’ingegneria e l’informatica ma anche le scienze sociali. “Siamo interessati a sviluppare robot che possano essere programmabili da tutti e che riescano ad apprendere grazie all’interazione naturale” racconta il il Dr Katrin Lohan, un professore della Heriot-Watt.

Per molto tempo i robot sono stati utilizzati solo per fare il ‘lavoro sporco’ ma adesso l’aggiunta dell’intelligenza artificiale può portare la ricerca in molte direzioni.

Thusha Rajendran, professore associato di psicologia presso la Scuola di Scienze Sociali di Heriot-Watt, sta sviluppando un ‘compagno’ robot per aiutare gli adulti con autismo “leggere” i volti dei loro colleghi sul posto di lavoro. “Cercare di sapere se qualcuno è infastidito o soddisfatto è molto difficile. Quello che il robot permette di fare è isolare diverse zone del viso e, in particolare, guardare il riconoscimento del volto in modo specifico. A differenza degli esseri umani il robot avrà un volto molto più leggibile da parte di chi soffre di disturbi delle spettro autistico.

Il dottor Lemon ha individuato anche un altro settore dove i robot potrebbero migliorare il settore sanitario: avvistare i tumori della pelle. Un medico, durante la sua carriera, potrebbe aver visto centinaia di casi mentre nel robot potrebbero essere caricate milioni di immagini, più di quanto uno specialista potrebbe fare nel corso della propria carriera.

Questo non significa però che gli specialisti diventeranno superflui ma che i robot potrebbero aumentare la velocità e l’accuratezza delle diagnosi.

Per Sethu Vijayakumar professore di robotica dell’Università di Edimburgo siamo all’inizio di un processo che trasformerà il modo di vivere e lavorare nel corso dei prossimi due decenni.

“Tutte queste confluenze di robotica, intelligenza artificiale, sistemi di social network e condivisione della conoscenza sono l’inizio di un’enorme nuova rivoluzione”, dice. “Dobbiamo investire qui nel Regno Unito, in Scozia, a Edimburgo perché se non lo facciamo qualcun altro lo farà e saremo costretti a rincorrere. Prima è arrivato Internet e adesso siamo passati all’Internet of things. Si può pensare anche a dare braccia e gambe a queste innovazioni”

Articolo di Kenneth Macdonald, tradotto da Gianluca Pedemonte

Se siete interessati all’argomento potete trovare la versione integrale qui.