Robotica creativa e disabilità: intervista a Elena Parodi

Elena fa parte dello staff di Scuola di Robotica dal 2011 e durante questi anni si è occupata di robotica educativa per bambini e ragazzi. Grazie all’esperienza maturata durante questo percorso, lo scorso anno Elena ha pubblicato un manuale intitolato ‘Robotica creativa per giovani tecnologici”. Oggi ci racconta alcune delle sue esperienze:

 

Elena fa parte dello staff di Scuola di Robotica dal 2011 e durante questi anni si è occupata di robotica educativa per bambini e ragazzi. Si è laureata all’Università di Genova con due tesi di diagnostica per il restauro e per lei un robot è “qualcosa di utile, complesso e inquietante nello stesso tempo“. Forse proprio per questo motivo, durante i suoi laboratori propone attività di tinkering legate al riciclo dei rifiuti e al recupero di materiali apparentemente lontani dal mondo della robotica. Grazie a questo approccio alla robotica Elena riesce a dare ai suoi laboratori un indirizzo interdisciplinare, accostando l’arte alla meccanica, la biologia all’elettronica, la storia alla scienza. Si occupa infine di social media management e comunicazione e gestisce il blog ufficiale di Scuola di Robotica, L’uomo di latta e il suo blog privato ‘Il mare in giardino

Grazie all’esperienza maturata durante questo percorso, lo scorso anno Elena ha pubblicato un manuale intitolato ‘Robotica creativa per giovani tecnologici’, edito da Quintadicopertina (se siete interessati all’acquisto potete trovare maggiori informazioni cliccando qui).

Ultimamente Elena sta lavorando molto con Makey Makey, un kit che permette di trasformare oggetti di uso comune in tastiere e, durante gli ultimi mesi, ha iniziato a lavorare con una bambina non vedente con dei gravi problemi di salute. Oggi abbiamo intervistato Elena per conoscere meglio questa realtà:

Elena, raccontaci cos’è Makey Makey?

Makey makey è un kit appartenente alla fascia low cost – con 40-50 euro lo porti a casa – ed è nato all’M.I.T di Boston come buona parte dei dispositivi robotici dedicati all’educazione. Si tratta di una piccola scheda che può sostituire la tastiera del computer pertanto quando viene collegata, attraverso l’entrata usb, le quattro frecce, il click del mouse, la barra spaziatrice e anche qualche lettera rispondono al device e, in questo modo, si possono sfruttare le caratteristiche di conduttività elettrica di moltissimi elementi come frutta, verdura, plastilina, carta stagnola, monete ecc. La frutta è un ottimo compromesso, in quanto molto ricca d’acqua, quindi usare vegetali destinati ai rifiuti può essere una buona idea. Ovviamente è necessario utilizzare un interfaccia grafica e, per esempio, può essere utilizzato Scratch, anche lui figlio del M.I.T.  

Oltre alle origini comuni esiste un altro motivo per utilizzare Scratch come interfaccia grafica?

In realtà MakeyMakey può essere utilizzato anche per scrivere ma, secondo me, non ha molto senso. Se viene usato in maniera ludica per insegnare la programmazione attraverso Scratch oppure per introdurre argomenti come la conduttività degli elementi, è possibile utilizzare anche dei giochi online come Super Mario, Space Invaders o Pacman. Per farlo è sufficiente che il bambino crei un joystick utilizzando gli elementi conduttori. In questo caso ad esempio per creare i pulsanti io distribuisco un pezzo di cartone dopodiche lascio ai bambini la massima libertà di azione e questo stimola la loro fantasia. Dopo che i bambini hanno fatto il joystick è sufficiente collegare MakeyMakey al Pc attraverso i cavi coccodrillo in dotazione e il risultato sarà un joystick composto dai materiali conduttori più svariati. È possibile anche aumentare il grado di difficoltà e creare un vero e proprio ‘paese’, costruito con materiali conduttori per far si che un determinato personaggio si muova all’interno dello scenario e, a seconda dei movimenti, crei dei feedback sul computer”.

Ed è possibile anche condividere gli scenari creati con Scratch?

Si, tutto quello che viene creato con Scratch può essere caricato in una enorme libreria online da cui è anche possibile attingere, scegliendo di ‘remixare’ progetti di altri utenti. Ad esempio Scratch piano for MakeyMakey esiste in moltissime versioni”.

E di cosa si tratta?

Di un programma che permette di usare MakeyMakey interfacciato a Scratch per simulare la tastiera di un pianoforte e suonare, quindi, toccando materiali conduttivi al posto dei tasti.”.

Secondo te qual è lo scopo implicito di Makeymakey? Perchè oggetti di utilizzo comune e non semplici tasti?

“A mio avviso Makeymakey è utilissimo, come sempre accade con la robotica educativa, per agganciarti ad altri argomenti. Ad esempio una delle attività che propongo prevede l’utilizzo di piccole piante diverse tra loro. Durante la prima fase invito i bambini a fare delle ricerche su ciascuna pianta. II passo successivo consiste nel collegare MakeyMakey a ogni vaso e a quel punto,
toccando le foglie, dovrebbero apparire sullo schermo del computer le caratteristiche biologiche-botaniche corrispondenti caricate dai ragazzi dopo le loro ricerche. Poi esiste anche tutta la parte creativa di costruzione anche se in nessuno di questi laboratori è possibile prescindere dalla conduttività e quindi dalla parte scientifica.

Se si vuole esplorare un argomento è molto più semplice se gli studenti toccano con mano. Durante i miei laboratori i bambini sono protagonisti totali e il computer diventa soltanto un mezzo secondario. Sono le loro mani che producono ed è la loro creatività che decide come costruire. E poi c’è l’errore, fondamentale all’interno dei laboratori di robotica creativa”.

So che tu hai utilizzato questo device nei tuoi laboratori per la disabilità, quali sono le potenzialità di MakeyMakey in questo settore?

La didattica con persone disabili è un esperimento totale per me. Infatti sono stata contattata per tenere dei laboratori con M., una bambina non vedente di sei anni con dei problemi di salute molto gravi che non le permettono di stare a contatto con altri bambini. La sfida consisteva nel trovare un oggetto che mi permettesse di “farla uscire” dal luogo in cui si trova da quando è nata, senza però portarla fuori realmente e senza la possibilità di farle vedere qualcosa.

Quando ho iniziato avevo un solo dato a disposizione, l’amore enorme di M. per la musica e quindi, per cominciare, ho scelto proprio la musica. Infatti M. ha una bellissima voce e un gran senso del ritmo pertanto abbiamo concordato alcune canzoni e abbiamo iniziato a utilizzare MakeyMakey con la frutta e la verdura”.

Per quale motivo hai fatto questa scelta?

“Perchè per entrare in confidenza con M. avevo bisogno di qualcosa che lei conoscesse molto bene. Quindi ho scelto delle canzoni che avessero a che fare con la frutta e la verdura e poi ho creato un piccolo software con Scratch che prevedesse l’utilizzo della frutta e della verdura per avviare la riproduzione di alcune canzoni. Per esempio toccando una banana partiva la famosa ‘Banane e lamponi’ di Gianni Morandi oppure toccando una mela partiva ‘Cogli la prima mela’ di Branduardi. In questo modo M. ha cominciato a prendere confidenza anche con la frutta e a utilizzare i polpastrelli siccome, fino ad ora, ha sempre usato soprattutto il palmo della mano per toccare gli oggetti. Makey Makey le permette di migliorare;uso delle dita e di apprezzare la forma delle cose. Dopo la frutta ho introdotto la plastilina per aiutarla a manipolare gli oggetti con le dita.

E com’è andata?

Con l’introduzione della plastilina abbiamo iniziato a contare e a utilizzare i numeri. Per farlo abbiamo scelto una canzone che lei conosce molto bene e che insegna a contare fino a dieci. Io l’ho spezzettata con un software apposito, dopodichè abbiamo collegato ad ogni numero di palline contato un pezzo di canzone. Questo è un modo per rendere più divertente l’apprendimento, utilizzare le mani e rilassarsi ascoltando musica e cantando”.  

“L’ultimo passaggio lo abbiamo fatto utilizzando un libro sugli animali che lei ama molto. La mia idea era quella di creare un audiolibro e per farlo mi sono registrata mentre leggo ogni pagina del libro. Adesso ogni volta che M. tocca una pagina, resa conduttiva con del nastro adesivo di rame e collegata a MakeyMakey, parte la mia voce che racconta la pagine e infine inizia una canzone che cita i protagonisti del libro. Per ora sta funzionando e io sono molto contenta, spero che continui così!

Intervista a cura di Gianluca Pedemonte